Il regime cubano ha giustificato questo sabato che i parchi solari fotovoltaici non potevano "risolvere" da soli il deficit energetico a Cuba, dopo le aspettative suscitate tra la popolazione dall'apertura di diverse strutture di questo tipo.
Geider Mompié Rodríguez, direttore dell'Impresa Elettrica di Granma, ha dettagliato alla stampa locale ufficiale che il deficit di generazione durante le ore di punta diurne potrebbe essere superato solo con "la somma e la sincronizzazione di tutti" i parchi solari.
Il dirigente ha chiarito che quando saranno inaugurati i 55 parchi previsti per quest'anno – e il resto fino a completare i 92 entro il 2026 – e sincronizzati i 2.000 MW che genererebbero, sparirà l'impatto durante il picco di mezzogiorno.
Riferendosi al parco La Sabana, inaugurato il 21 marzo a Bayamo, ha sostenuto che sta operando fino a 24 MW di potenza, ma rappresenta appena il 20 % della domanda di Granma durante il giorno.

“Durante questo periodo dell'anno, Granma, a mezzogiorno, consuma da 100 a 120 MW, il parco sta fornendo solo 21.87, praticamente il 20 percento della domanda della provincia, per questo motivo, un solo parco non risolve il problema”, ha chiarito.
También ha exposto che il regime ha acquisito solo il 10% dei sistemi di accumulazione da integrare nelle sottostazioni di trasmissione. Tuttavia, questi "banchi di batteria" non sono progettati per fornire energia per lunghi periodi, ma per "regolare la frequenza del sistema" quando la produzione di un parco viene interrotta per qualche motivo, ha affermato il dirigente.
Su Facebook, dove è stata condivisa la nota sui parchi solari, decine di internauti si sono chiesti quando la generazione di tali parchi avrebbe avuto un impatto significativo nelle province in cui si trovano.
Alcuni hanno opinato che il contributo delle energie rinnovabili non fosse percepibile perché tutti sono collegati al SEN e non generano esclusivamente per il territorio in cui si trovano.
"Se questi non fossero connessi al SEN e la generazione fosse solo per la provincia, allora sì si sarebbe già vista una diminuzione dei blackout nel nostro territorio. Dobbiamo quindi ancora aspettare che continuino a sincronizzarsi maggiormente alla rete nazionale per vedere dei miglioramenti, mentre continuiamo a ritmo di conga e senza tumbadora, con i fastidiosissimi blackout", ha scritto un cubano.
Altri, inoltre, hanno notato che da quando sono stati installati i campi di energia solare, la situazione è peggiorata: "A quanto pare, da quando sono in funzione 8 tutto è andato di male in peggio, come se qualcosa non andasse bene nelle informazioni fornite."
"Quello che non capisco è come, con l'entrata in funzione di 7 parchi che sommati superano i 300 MW, la situazione di Granma sia peggiore di prima, con interruzioni di corrente di 10 e 12 ore per 2 o 3 con servizi, e in alcuni momenti anche di 14 e 15 ore consecutive con tutte le termolettriche che contribuiscono al SEN. A volte penso che ci facciamo davvero pena e vergogna."
Un internauta ha risposto che probabilmente tutta l'energia sarà destinata a La Habana: "Perché tutti i MW sono per La Habana".
Cuba potrebbe affrontare blackout ancora più severi questo sabato, 5 aprile, secondo il bollettino ufficiale dell'Unione Elettrica (UNE), che prevede un'impatto massimo di 1.635 MW nell'orario di punta, cifra che supera persino il deficit reale riportato venerdì, che era già stato maggiore di quanto pianificato.
Secondo il comunicato diffuso sabato, l'interruzione elettrica nell'isola è stata continua nelle ultime 24 ore, raggiungendo un picco di 1.727 MW alle 20:10 di venerdì. Questa cifra è stata superiore ai 1.619 MW previsti il giorno precedente, una tendenza reiterata che mette in dubbio l'affidabilità dei rapporti emessi dalla UNE, un'impresa statale caratterizzata dalla sua opacità e manipolazione dei dati.
Domande frequenti sulla crisi energetica a Cuba e sui parchi solari
Perché i parchi solari a Cuba non risolvono il deficit energetico?
I parchi solari a Cuba non risolvono il deficit energetico perché la loro attuale capacità è insufficiente per coprire la domanda totale del paese. Anche se è prevista la costruzione di 92 parchi solari entro il 2026, la mancanza di infrastrutture di stoccaggio e il deterioramento delle centrali termoelettriche esistenti limitano l'impatto di queste installazioni. Inoltre, l'energia solare può essere utilizzata solo in tempo reale, durante il giorno, il che non aiuta a soddisfare la domanda notturna.
Quali sono le principali cause dei blackout a Cuba?
Le principali cause dei blackout a Cuba sono il deterioramento prolungato delle centrali termoelettriche, la mancanza di manutenzione e l'insufficienza nella produzione di petrolio nazionale. La crisi energetica è aggravata dalla mancanza di investimenti e dalla dipendenza da combustibili fossili importati. La generazione di elettricità consuma oltre il 50% del carburante disponibile nel paese, e il sistema elettrico soffre di problemi strutturali profondi.
Qual è il ruolo della Cina nello sviluppo dell'energia solare a Cuba?
La Cina gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell'energia solare a Cuba mediante la donazione di attrezzature e tecnologia per l'installazione di parchi solari. Questo sostegno fa parte di un progetto congiunto che mira ad aggiungere 120 megawatt (MW) al sistema elettrico cubano. Inoltre, aziende cinesi sono coinvolte nella costruzione di questi parchi, e il governo cubano ha ricevuto supporto logistico e tecnico dalla Cina per avanzare nella sua transizione verso le energie rinnovabili.
Qual è l'impatto della mancanza di batterie sul progetto di energia solare a Cuba?
La mancanza di batterie nel progetto di energia solare a Cuba significa che l'elettricità generata durante il giorno non può essere immagazzinata per l'uso notturno, il che limita i vantaggi dei parchi solari. Senza soluzioni di stoccaggio efficienti, il progetto non può alleviare i blackout notturni, quando la domanda è maggiore. Questa carenza critica riduce l'efficacia degli investimenti nell'energia solare e prolunga la dipendenza del paese dai combustibili fossili.
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