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La Corte Suprema del Regno Unito ha respinto l'ultimo tentativo della Banca Nazionale di Cuba (BNC), ora fusa con la Banca Centrale di Cuba, di fermare la causa intentata dal fondo di investimento CRF I Limited, il principale detentore del debito estero cubano.
Con questa decisione, emessa il 31 marzo 2025, si chiude in modo definitivo la fase giurisdizionale del caso e si apre la strada verso la fase di merito del processo giudiziario, secondo quanto riportato dal media indipendente Diario de Cuba, che ha raccolto dichiarazioni di rappresentanti del fondo.
CRF, che dal 2013 ha tentato senza successo di negoziare con il regime di La Habana, ha celebrato la sua quarta vittoria consecutiva nei tribunali britannici.
La sentenza, che riafferma il suo status di creditore legittimo del BNC, solleva serie implicazioni finanziarie e politiche per Cuba.
L'origine del conflitto: Un debito dell'era di Fidel Castro
La deuda in contestazione risale agli anni '80, quando Fidel Castro dichiarò che il debito estero cubano era “impossibile da ripagare e inesigibile”. Sotto questa premessa, il regime cubano sospese i pagamenti e rimase praticamente escluso dai mercati internazionali del credito.
In 2013, sotto il mandato di Raúl Castro, il fondo CRF I Limited –composto da investitori privati e con sede nel Regno Unito– iniziò ad acquisire debito cubano scaduto, puntando su una futura rinegoziazione. Nel 2017, il suo portafoglio ammontava a oltre 1.200 milioni di euro.
Non essendo andate a buon fine le trattative con il regime, CRF ha portato il caso nei tribunali britannici, dove ha vinto successivamente in tutte le istanze.
Cronologia giudiziaria: Dall'inizio del processo alla sentenza della Corte Suprema
- Gennaio 2023: Inizia il processo presso la Corte Suprema di Giustizia dell'Inghilterra e del Galles. Il regime cubano dispiega una delegazione ufficiale e affronta le proteste dell'esilio a Londra.
- Febbraio 2023: Concludono le udienze. Si prevede una sentenza tra qualche mese.
- Aprile 2023: La giudice Sarah Cockerill riconosce CRF come creditore legittimo del BNC, anche se esclude lo Stato cubano come parte della controversia.
- Giugno 2023: Cuba presenta un appello senza successo.
- Luglio 2024: Il tribunale di Londra tiene un'udienza d'appello. Il regime insiste che il CRF reclama un diritto che non gli spetta.
- Novembre 2024: La Corte d'Appello conferma la sentenza iniziale. Cuba richiede il permesso per fare appello alla Corte Suprema.
- Marzo 2025: La Corte Suprema del Regno Unito respinge l'ultimo ricorso del regime e lo obbliga a coprire i costi del procedimento.
Reazione ufficiale del regime cubano: Discorso di negazione e propaganda
La narrativa ufficiale ha insistito sul fatto che lo Stato cubano non è stato condannato e che la sentenza implica solo la continuazione del processo.
A causa di portavoce come Humberto López e dei media statali, il regime ha affermato che la “Repubblica di Cuba” è estranea alla controversia, nonostante la Banca Nazionale sia stata un organo ufficiale dello Stato per decenni.
Il BNC ha ripetutamente qualificato il CRF come un “fondo avvoltoio”, accusandolo di cercare di lucrare a spese della sofferenza del popolo cubano. Ha anche affermato, senza successo, che la cessione del debito è stata ottenuta tramite tangenti, argomento smontato durante il processo dalla parte attrice.
Inoltre, funzionari ufficiali hanno denunciato presunti manipolazioni mediatiche e la partecipazione della “controrivoluzione” riguardo al caso, senza fornire prove sostanziali.
Reazione del fondo CRF: Persistenza legale e avviso
CRF I Limited celebra la vittoria come “decisiva e conclusiva”. Il suo presidente, David Charters, ha affermato che la Corte Suprema britannica ha confermato ciò che sostengono fin dall'inizio: che sono creditori legali e che il regime non ha più vie di difesa legale per evitare il processo di merito.
Nel gennaio del 2025, il fondo ha offerto al regime cubano una ristrutturazione del debito: un primo pagamento di 40 milioni di sterline e il saldo rimanente senza interessi per cinque anni. La lettera è stata ignorata da L'Avana.
Charters ha avvertito che, di fronte al rifiuto costante del regime di negoziare, intensificheranno le loro azioni per far rispettare la sentenza, sostenuti dall'autorità giudiziaria del Regno Unito.
La risposta della società civile e dell'esilio: Rifiuto e proteste
Durante il processo giudiziario, cittadini cubani residenti in Europa si sono mobilitati a Londra per protestare contro il regime.
Si sono registrati atti di ripudio verso rappresentanti ufficialisti come Humberto López, così come striscioni che denunciavano l'impunità del regime e il suo storico di debiti non pagati.
In sui social e nei media indipendenti, gli oppositori hanno criticato la manipolazione informativa del governo, celebrando la trasparenza del processo giudiziario britannico in contrapposizione all'opacità istituzionale dell'Isola.
Il regime e il suo storico di debiti: inadempienze, rifinanziamenti e manovre dilatorie
Cuba affronta una situazione di insolvenza strutturale dagli anni '80. Nonostante le promesse periodiche di rinegoziazione, il regime ha violato accordi con numerosi creditori.
In gennaio 2025, Havana ha firmato un nuovo accordo di rifinanziamento con il Club di Parigi, che copre solo una minima parte del proprio debito estero totale. CRF rappresenta una parte molto più grande e controversa, a causa della sua volontà di rivolgersi ai tribunali e di non accettare proroghe senza garanzia.
La mancanza di credibilità creditizia dell'Isola rende difficile l'ottenimento di nuovi prestiti, anche da parte di paesi alleati o istituzioni multilaterali.
Implicazioni politiche e finanziarie della sentenza britannica
Questo rovescio giudiziario indebolisce la narrazione di immunità del regime cubano di fronte ai creditori esterni. Riconoscendo CRF come creditore legittimo, si apre la porta a possibili pignoramenti di beni del BNC all'estero se non vengono rispettati gli obblighi finanziari.
Inoltre, potrebbe motivare altri detentori di debito a avviare azioni legali simili, aprendo un fronte finanziario che il regime difficilmente potrà contenere senza conseguenze economiche interne.
Conclusione: Un regime angustiato nei tribunali e nei mercati
La sentenza della Corte Suprema britannica rappresenta un traguardo nella battaglia legale per il riconoscimento e l'adempimento delle obbligazioni finanziarie di Cuba. Il regime ha perso tutte le possibili appelli e dovrà ora affrontare la fase sostanziale del processo giudiziario.
Mentre cerca di sostenere un discorso di immunità e innocenza, i fatti giudiziari ed economici rivelano una realtà diversa: quella di un debitore internazionale recidivo, senza capacità né volontà di pagamento, intrappolato tra la propaganda interna e la pressione esterna.
La battaglia per il debito cubano, iniziata decenni fa, entra ora in una fase definitiva. E questa volta non sarà L'Avana a imporre le regole.
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