Sono lontani i tempi in cui un chilo di carne di maiale poteva costare solo 16 pesos e le tavole cubane si rifornivano grazie a un sistema di produzione che, sebbene centralizzato, funzionava.
Nel 2018, Cuba ha raggiunto un record di 200.000 tonnellate di carne suina, a beneficio non solo del consumo familiare, ma anche di ospedali, turismo e centri di produzione.
Tuttavia, attualmente quel panorama è un ricordo del passato: la produzione nazionale è scesa a poco più di 9.000 tonnellate nel 2024, una cifra che riflette il totale declino di uno dei settori più importanti dell'alimentazione nel paese.
L'ammissione è arrivata dal quotidiano ufficialista Granma, che non è riuscito a nascondere l'entità del disastro e, nonostante ciò, ha giustificato il crollo, tra gli altri fattori, alla dipendenza da materie prime importate come mais e soia, insormontabili nell'attuale contesto economico.
Ma al di là del blocco e delle solite giustificazioni, ciò che emerge è l'assenza di politiche efficaci, l'abbandono delle infrastrutture genetiche, la mancanza di veri incentivi e il collasso degli accordi sui suini che un tempo sostenevano la produzione.
La mancanza di mangime, il deterioramento genetico, il furto nei campi e la scarsità di manodopera sono solo parte del cocktail che ha devastato il settore, ha aggiunto.
Oggi, la libbra di maiale può superare i 1.000 pesos in molte province, diventando un lusso inaccessibile per la maggior parte, ha sottolineato il rapporto ufficiale.
Specialisti come Santiago Cuéllar Magdaleno e Orelvis Peñate, con decenni di esperienza, sono d'accordo: senza cibo di qualità, non c'è possibile resurrezione, il che fa presagire, in mezzo all'attuale crisi economica, che la ripresa tarderà ad arrivare, se arriverà.
Sebbene vengano menzionate soluzioni come la coltivazione di radici (yuca, patata dolce) o l'uso del palmiche e sottoprodotti agricoli, gli stessi esperti chiariscono che questi possono solo complementare la dieta suina, ma non sostituire il 70-80% di proteine necessarie per un ciclo di ingrasso sostenibile.
Peñate propone addirittura di cercare accordi con investitori stranieri per finanziare forniture, medicinali e tecnologia, e avverte anche sulla perdita del capitale genetico suino che Cuba ha subito in passato, quando razze come Duroc e Landrace costituivano la base di una produzione solida e pianificata.
Attualmente, senza centri genetici funzionanti né allevamenti organizzati, il paese è costretto a improvvisare in un campo che richiede scienza, risorse e pianificazione.
La situazione è così critica che si considera già come alternativa l'allevamento di maiali a pelo scuro, meno produttivi, ma più resistenti e adattabili a un'alimentazione rustica, un evidente regresso rispetto agli standard produttivi degli anni precedenti.
In sintesi, la porcicoltura cubana è in rovina e, sebbene il regime ammetta il collasso, non sembra esserci una strategia chiara per invertire la situazione.
Le possibili soluzioni sono sul tavolo, ma richiedono investimento, volontà politica e un cambiamento di modello. Nel frattempo, il maiale, protagonista tradizionale della cucina cubana, si allontana sempre di più dal piatto del popolo.
Tra novembre 2024 e gennaio 2025, diversi articoli giornalistici hanno illustrato con crudezza l'entità del crollo dell'industria suinicola a Cuba, segnando una fase critica nell'emergenza alimentare nazionale già prolungata.
En novembre scorso, un reportage ufficiale da Santiago di Cuba ha rivelato gli sforzi locali per rilanciare la produzione suinicola, un obiettivo che sembrava irraggiungibile a causa della mancanza di forniture, del deterioramento delle infrastrutture produttive e della perdita del patrimonio genetico suino. Le autorità cercavano di rivitalizzare un settore chiave senza disporre delle condizioni minime per farlo.
A pochi settimane di distanza, un altro rapporto evidenziava che in diverse province del paese la carne di maiale si era trasformata in un articolo di lusso assoluto.
I prezzi scandalosi —che superavano i mille pesos al chilo— ponevano fuori portata anche i chicharrones, simbolo popolare della dieta cubana. Questa situazione non solo rifletteva il disavanzo di prodotti alimentari, ma anche la crescente disuguaglianza alimentare.
Finalmente, nel gennaio scorso, è stata documentata una nuova modalità delittuosa legata alla crisi: il sequestro di maiali direttamente nei campi, un segnale della decomposizione sociale che accompagna il crollo del sistema agroalimentare.
Domande frequenti sulla crisi della carne di maiale a Cuba
Qual è la situazione attuale della produzione di carne di maiale a Cuba?
La produzione di carne di maiale a Cuba è caduta drammaticamente da 200.000 tonnellate nel 2018 a sole 9.000 tonnellate nel 2024, riflettendo una profonda crisi nel settore suino del paese.
Perché è diminuita così tanto la produzione suinica a Cuba?
La diminuzione della produzione suinicola a Cuba è dovuta a una combinazione di fattori, tra cui la mancanza di risorse come mais e soia, l'abbandono dell'infrastruttura genetica, la scarsità di manodopera e l'assenza di politiche efficaci. Il regime cubano ammette questo crollo, ma non ha ancora presentato una strategia chiara per invertire la situazione.
In che modo questa crisi influisce sulla popolazione cubana?
La crisi suina a Cuba ha fatto sì che la carne di maiale sia diventata un lusso inaccessibile per la maggior parte della popolazione, con prezzi che superano i 1.000 pesos per libbra, il che colpisce in particolare i pensionati e le famiglie a basso reddito.
Quali misure propone il governo cubano per risolvere la crisi suina?
Il governo cubano ha menzionato la creazione di centri moltiplicatori e l'uso di mangimi liquidi come soluzioni per aumentare la produzione suinicola. Tuttavia, queste misure non hanno prodotto risultati tangibili a causa della mancanza di finanziamenti e della burocrazia che ostacola l'accesso alle risorse necessarie.
Esistono alternative alla carne di maiale nella dieta cubana?
Anche se il governo ha suggerito alternative come l'allevamento di maiali di pelle scura e l'uso di sottoprodotti agricoli, queste non possono sostituire la proteina necessaria nella dieta suina. La scarsità e l'alto prezzo di altre proteine come il pollo limitano anche le opzioni per le famiglie cubane.
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