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L'edificio che per decenni ha ospitato il popolare Ten Cents all'incrocio tra Galiano e San Rafael, uno degli spazi più emblematici del commercio habanero, è stato riconvertito in “Casalinda”, un nuovo negozio che accetta solo pagamenti in dollari.
La reinaugurazione di "Casalinda", un negozio che fino a poco più di un anno fa funzionava in valuta liberamente convertibile (MLC), celebrata sabato 12 aprile, si aggiunge all'espansione di un modello economico che approfondisce l'esclusione di ampi settori della popolazione cubana.
Anunciata con entusiasmo sui social media come un “nuovo centro commerciale preferito”, Casalinda offre più di 10.000 articoli, dai prodotti per la casa a piccoli elettrodomestici importati da Europa e Asia.
Il negozio è stato inaugurato in un'atmosfera festosa, con musica, schermi digitali e promozioni "esclusive", sebbene non per tutti. Possono acquistare solo coloro che dispongono di conti bancari in valute estere, una minoranza privilegiata sull'isola.
Según ha riportato il media indipendente 14ymedio, minuti prima delle dieci del mattino, ora annunciata per l'apertura, ha cominciato a formarsi una piccola fila di clienti sotto l'attenta osservazione di diverse squadre di prevenzione dell'Esercito (berretti rossi).
Durante generazioni, il Ten Cents è stato simbolo di un commercio accessibile, prima sotto il modello statunitense prima del 1959, e poi come parte del sistema delle negozi statali socialisti. La sua trasformazione in un negozio elitario in valuta segna un cambiamento radicale che non solo risignifica lo spazio fisico, ma anche la memoria collettiva del luogo.
Tuttavia, a luglio del 2019, sono state segnalate condizioni igieniche deplorevoli nel luogo, con la presenza di topi e scarafaggi nella pasticceria dell'attività. Immagini catturate da clienti mostravano i roditori aggirarsi per il locale, evidenziando una situazione di abbandono e mancanza di manutenzione che influiva sulla salute pubblica e sulla dignità dello spazio.
“L'antico Trasval di Galiano è ora diventato il negozio USD Casalinda. Con uno schermo ampio. Così possono vedere i prodotti che hanno”, ha commentato un utente sui social media, riferendosi anche al breve passaggio della proprietà attraverso il negozio di ferramenta Trasval, un altro marchio associato alla quotidianità dei cubani.
Oggi, dove prima molti potevano acquistare con i loro modesti salari in pesos cubani, si erge una vetrina accessibile solo a coloro che ricevono rimesse, vengono pagati in valuta forte o hanno collegamenti con il mercato informale del dollaro.
Casalinda non è solo un negozio come tanti altri. Come ha rivelato 14ymedio nel suo servizio, dietro al progetto c'è Bartolomeo “Beto” Savina Tito, un imprenditore italiano con oltre tre decenni di attività a Cuba, molti dei quali in partnership con il conglomerato militare GAESA.
A través della sua firma Italsav e in convenzione con Tiendas Caribe, controllata dalle Forze Armate, Beto sarebbe dietro l'apertura di una nuova rete di supermercati al dettaglio in dollari che inizierà con questo negozio a Centro Habana.
“Beto ora, attraverso un accordo con Tiendas Caribe di GAESA, aprirà una serie di supermercati in dollari in tutta Cuba,” ha pubblicato il profilo su Facebook La Tijera, sottolineando che Casalinda dispone anche di una piattaforma di commercio elettronico operativa sull'isola.
Questo tipo di alleanze tra capitali stranieri e l'apparato economico militare cubano rafforzano la concentrazione del potere economico nelle mani di un'élite molto ristretta, al di fuori di qualsiasi controllo istituzionale o cittadino.
L'inaugurazione è stata presentata come una celebrazione per "tutta la famiglia", ma l'accesso al negozio è condizionato da un'esclusione economica.
Solo coloro che possiedono carte finanziate dall'estero possono anche solo considerare un acquisto da Casalinda. Per la maggior parte dei cubani, la cui valuta nazionale ha perso potere d'acquisto in modo drammatico rispetto al dollaro, il negozio non è altro che un'esposizione di ciò che non possono avere.
Domande frequenti sull'apertura di negozi in dollari a Cuba
Cos'è "Casalinda" e perché la sua apertura è controversa?
"Casalinda" è un nuovo negozio all'Avana che accetta solo pagamenti in dollari. Situato nel vecchio edificio del Ten Cents, la sua apertura ha generato controversie perché consente l'accesso solo a una minoranza della popolazione cubana che possiede conti bancari in valute estere. Questo negozio fa parte di una tendenza più ampia verso la dollarizzazione dell'economia cubana, che esacerba l'esclusione economica e sociale nel paese.
Come impatta la dollarizzazione sull'economia cubana?
La dollariamo dell'economia cubana sta approfondendo le disuguaglianze sociali. Anche se il governo cubano difende l'apertura di negozi in dollari come una misura necessaria per attrarre valuta estera, l'accesso a questi prodotti è limitato a chi possiede dollari, lasciando la maggior parte della popolazione, che guadagna in pesos cubani, senza la possibilità di accedere a beni di prima necessità. Questo ha generato un mercato parallelo e un crescente divario economico.
Chi c'è dietro il progetto di "Casalinda" e cosa implica?
Bartolomeo “Beto” Savina Tito, un imprenditore italiano, è dietro al progetto "Casalinda". Attraverso la sua azienda Italsav, e in convenzione con Tiendas Caribe, controllata dalle Forze Armate cubane, Beto sta promuovendo l'apertura di una rete di supermercati in dollari. Questo tipo di alleanze tra capitale straniero e l'apparato economico militare cubano rafforza il potere economico nelle mani di un'élite, senza controllo da parte dei cittadini.
Come ha reagito la popolazione cubana all'apertura di negozi in dollari?
L'apertura di negozi in dollari ha generato indignazione tra la popolazione cubana. Molti cubani hanno criticato il fatto che questi negozi, ben forniti, siano accessibili solo con valute straniere, il che è visto come una presa in giro per coloro che non hanno accesso ai dollari. La pratica di ricevere il resto in caramelle invece che in monete è un altro punto di critica, ricordando alla popolazione le pratiche abusive del passato.
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