Crollo del turismo internazionale a Cuba: Occupazione alberghiera al 24% nel primo trimestre del 2025

Il turismo a Cuba sta attraversando una crisi con un calo del 29,3% nei visitatori e solo il 24,1% di occupazione alberghiera nel primo trimestre del 2025. Anche i ricavi e le pernotazioni sono in diminuzione, aggravando il deterioramento del settore.


Il turismo internazionale a Cuba sta attraversando una profonda crisi, riflessa nei dati allarmanti ufficiali pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica e Informazione (ONEI) relativi al primo trimestre del 2025.

Secondo i dati dell'ente ufficiale, tra gennaio e marzo di quest'anno sono appena arrivati nel paese 571.772 visitatori internazionali, il che rappresenta una diminuzione del 29,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando sono stati registrati 808.941 turisti.

Il crollo di uno dei settori più strategici per l'economia cubana non si limita all'afflusso di visitatori. Sono diminuiti significativamente anche altri indicatori chiave: le pernotazioni sono scese da 5.040.451 a 3.601.870, e il tasso di occupazione alberghiera è calato dal 35,6 % al 24,1 %, secondo la stessa ONEI.

Questo significa che il turismo internazionale non ha utilizzato nemmeno un quarto della capacità di alloggio del paese, precisamente nel trimestre che storicamente è stato il più forte in termini di arrivi di viaggiatori, come ha sottolineato l'economista Pedro Monreal sui suoi social.

Impatto sui redditi e sull'ospitalità straniera

Come era prevedibile, la contrazione del turismo ha avuto un impatto diretto sui ricavi delle entità turistiche cubane, che sono diminuiti del 21,5% su base annua, passando da 44.411 milioni di pesos cubani (MCUP) a 34.860 milioni.

La catena alberghiera spagnola Meliá, uno dei principali operatori stranieri sull'isola, ha confermato anche gli effetti negativi del contesto.

En il suo rapporto trimestrale ha segnalato che le sue operazioni a Cuba hanno subito una flessione del 20,8 % nei ricavi per camera disponibile (RevPAR), mentre la tariffa media per camera è diminuita dell'8,3 %. Il tasso di occupazione nei suoi hotel si è attestato su un modesto 40,5 %, inferiore anche rispetto ai già bassi dati dell'anno scorso.

Questi risultati contrastano con le performance della catena stessa in altre regioni del mondo, il che conferma che il declino è specifico del mercato cubano, il cui settore turistico rimane nelle mani dell'élite del regime, suddiviso tra famiglie di dirigenti e militari del Grupo de Administración Empresarial S.A. (GAESA), che controlla oltre il 70% dell'economia dollarizzata del paese.

Gli specialisti avvertono del deterioramento strutturale

Pedro Monreal è stato uno dei primi a reagire ai dati dell'ONEI, sottolineando che "il turismo internazionale non ha occupato nemmeno un quarto della capacità di accoglienza di Cuba nel primo trimestre del 2025".

Su questa base, l'economista ha qualificato il risultato come "peggiore di quello del periodo simile del 2024". Sottolineando che la situazione smentisce il discorso ufficiale che insiste nel proiettare un recupero del settore.

Altri analisti hanno concordato sul fatto che il deterioramento sia strutturale e non solo congiunturale. Fattori come la crisi energetica, il degrado dei servizi, la mancanza di forniture essenziali negli hotel, la percezione di insicurezza e la scarsa connettività aerea contribuiscono a rendere Cuba una meta sempre meno competitiva rispetto ad altre del Caribe.

Un passo indietro che allontana l'obiettivo ufficiale

Il regime cubano si era posto per quest'anno l'obiettivo di ricevere 2,6 milioni di turisti internazionali. Tuttavia, alla chiusura del primo trimestre, è stato raggiunto appena il 22% di tale obiettivo. Nel 2024, l'isola è rimasta al di sotto dei suoi obiettivi, e tutto indica che il 2025 seguirà lo stesso percorso.

La caduta colpisce in modo particolare i mercati tradizionali dell'isola, come il Canada, che ha mostrato una diminuzione costante dei viaggiatori, e anche la comunità cubana all'estero, che affronta ostacoli burocratici, prezzi elevati e difficoltà nel viaggio verso l'isola.

Critiche all'investimento nel turismo

Il persistente deterioramento del settore ha riacceso il dibattito sulle priorità di investimento del governo della "continuità" di Miguel Díaz-Canel. Nonostante la bassa occupazione, il regime continua a destinare risorse significative alla costruzione di nuove strutture turistiche.

In parole di Pedro Monreal, “c'è una disconnessione tra l'investimento nel turismo e il suo rendimento effettivo, in un contesto in cui altri settori vitali, come l'agricoltura o la salute, affrontano gravi carenze”.

In sintesi, l'industria turistica cubana sta affrontando uno dei momenti più difficili degli ultimi decenni. I dati ufficiali, le avvertenze degli esperti e la realtà di hotel semivuoti riflettono un panorama preoccupante che richiede non solo aggiustamenti strategici, ma anche un cambiamento profondo nel modo in cui viene gestita e promossa la destinazione Cuba.

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Redazione di CiberCuba

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