Il governo cubano ha annunciato questo mercoledì che funzionari del Ministero dell'Energia e Miniere e dell'Unione Elettrica parteciperanno stasera al programma televisivo della Mesa Redonda per informare sulla situazione elettroenergetica nazionale e sulle azioni che verranno intraprese per la sua ripresa, il che è stato interpretato da molti cubani come un comunicato preoccupante.
Secondo quanto precisato dal sito web ufficiale del programma, il programma andrà in onda dalle 19:00 su Cubavisión, Cubavisión Internacional, Radio Rebelde e Radio Habana Cuba, oltre che sui canali social di Ideas Multimedios.
L'ufficialista Canal Caribe ha pubblicato su Facebook un video che annuncia l'emissione speciale della Mesa Redonda dedicata alla crisi energetica, nella quale interverranno funzionari del settore elettrico.
Nella sezione dei commenti, la reazione degli utenti non si è fatta attendere: molti hanno espresso la loro frustrazione, incredulità e stanchezza di fronte a quello che prevedono come un altro tentativo del regime di giustificare i blackout senza offrire soluzioni concrete. La maggior parte teme un nuovo collasso –addirittura peggiore degli precedenti– del Sistema Elettrico Nazionale.
Uno dei commenti più significativi è stato quello di Gilberto Rivas, che ha ironizzato sul fatto che ciò che si vedrà realmente in televisione sarà “la ripetizione della Mesa Redonda del 2021, 2022, 2023 e 2024”.
Secondo la sua critica, il discorso ufficiale tornerà a insistere sul fatto che "si sta investendo, si sta riparando" e che "quest'estate ci saranno meno disagi", accompagnato dal consueto argomento sul cambiamento della matrice energetica per ottenere "maggiore sovranità".
Rivas ha concluso che non mancherà l'abituale: indicare come colpevole di tutto l'embargo statunitense.
Elsido Aguilar Hernández ha messo in discussione direttamente l'utilità del programma: “A che serve? Sappiamo già tutto ciò che diranno, niente di nuovo”.
Nel suo messaggio ha espresso il malcontento generalizzato di fronte a quello che ha definito un discorso ripetitivo e vuoto: “Alla fine continueremo allo stesso modo o peggio. Solo menzogne, nessuno ci crede più”, ha affermato, sottolineando che la popolazione ha perso ogni credibilità nei confronti dei dirigenti.
Concluse con una richiesta diretta: “Abbiamo bisogno di cambiamenti, ma subito”.
Jen Jim, un'altra internauta, ha espresso la sua indignazione per la disconnessione tra i media ufficiali e la realtà che vive gran parte del paese: “Come si vede che a voi, quelli del telegiornale, non manca mai la corrente. Non vedo il sudore per la mancanza dell'aria condizionata,” ha scritto.
Criticò inoltre che la Mesa Redonda è destinata ai “habanaresi privilegiati che hanno sempre corrente”, e ha messo in dubbio che il programma sarà visto proprio da coloro che non soffrono i black-out più gravi, in contrasto con i cubani delle province che vivono ore senza elettricità ogni giorno.
Por sua parte, Trance Seeker lamentò che la storia si ripeta senza offrire soluzioni reali: “Già abbiamo vissuto questa storia un paio di volte… soluzioni, e non il ‘affermeranno’ in futuro”, scrisse.
Ha sottolineato la necessità che il ministro spieghi come si intende distribuire il deficit elettrico in modo equo tra le province, denunciando che, secondo i dati dell'Empresa Eléctrica de Villa Clara, in quella provincia ci sono state 23 ore e 58 minuti di interruzione, ovvero praticamente un blackout totale durante tutto il giorno.
Nel frattempo, ha sottolineato, a L'Avana si annunciano concerti e biglietti per eventi tramite l'applicazione Ticket.
“Alcuni non hanno neppure il necessario per cucinare il cibo che sono riusciti a procurarsi,” ha criticato, esigendo azioni concrete: “Spieghi meglio ciò... di ‘si sta lavorando’ siamo già stanchi... soluzioni reali, altrimenti non vada, perché ogni volta che va, la situazione è sempre peggiore.”
Quali promesse ci si potrebbe aspettare dal regime?
Il regime cubano rilancia il suo già noto repertorio di promesse, con l'estate sullo sfondo e la scarsità di energia elettrica come realtà inevitabile.
Segundo il giornale ufficiale Granma, mercoledì è stato ribadito che l'obiettivo è ridurre i blackout a una media di quattro ore al giorno per cliente, grazie a un presunto aumento di 13 GWh nella generazione e a un maggiore controllo sul consumo.
Tuttavia, questa narrazione continua a alimentare false speranze in una popolazione che ha già ascoltato le stesse parole, anno dopo anno, senza vedere miglioramenti tangibili.
Nel frattempo, il deficit reale supera i 1.600 MW durante la notte e si stima che a luglio saranno disponibili solo 1.120 MW di generazione termica, un numero ben al di sotto della domanda nazionale, che già supera i 3.000 MW anche nelle prime ore del mattino.
La strategia "graduale" annunciata dal Ministero dell'Energia e delle Miniere si basa su riparazioni, manutenzioni posticipate, promesse di recupero di unità chiave come Felton 2 e Mariel 7, e persino avanzamenti nell'energia solare che non sono sufficienti a coprire la capacità termica persa dal 2019.
Además, lo stesso Granma ha accusato la popolazione per il collasso dei trasformatori a causa dell'uso simultaneo degli elettrodomestici, ammettendo allo stesso tempo che l'isola ha importato oltre 17 milioni di apparecchi elettrici negli ultimi sei anni, aumentando una domanda che il sistema non può sostenere.
Con un recupero energetico che si protrae fino al 2026, i cubani affrontano un altro estate di blackout, promesse riciclate e un discorso ufficiale che convince sempre di meno.
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Domande frequenti sulla crisi energetica a Cuba
Perché il regime cubano ha convocato funzionari per parlare della crisi energetica?
Il governo cubano ha convocato funzionari del Ministero dell'Energia e Miniere e dell'Unione Elettrica per informare sulla situazione elettroenergetica nazionale e sulle azioni per la sua ripresa. Questa convocazione è stata interpretata da molti cubani come un tentativo di giustificare la crisi senza offrire soluzioni concrete. La popolazione ha mostrato frustrazione e scetticismo di fronte alla mancanza di risposte efficaci per risolvere i blackout.
Qual è la situazione attuale della generazione elettrica a Cuba?
Il deficit di generazione elettrica a Cuba ha raggiunto livelli critici, superando i 1.700 MW in alcuni momenti. Questo è dovuto alla bassa disponibilità di generazione rispetto all'elevata domanda, aggravata dalla mancanza di manutenzione nelle centrali termoelettriche, dalla scarsità di carburante e da un'infrastruttura obsoleta. La situazione ha portato a blackout prolungati che influiscono gravemente sulla vita quotidiana dei cubani.
Quali misure sta adottando il governo cubano per affrontare la crisi energetica?
Il governo cubano ha implementato misure come blackout programmati e rotativi per cercare di distribuire le difficoltà. Tuttavia, queste misure non sono state sufficienti per risolvere la crisi energetica. Inoltre, il governo ha annunciato un piano per il recupero del sistema elettrico, che include l'uso di energie rinnovabili e la riabilitazione delle reti elettriche, sebbene la mancanza di investimenti e risorse resti un ostacolo critico.
In che modo la mancanza di carburante influisce sulla crisi energetica a Cuba?
La mancanza di carburante ha lasciato fuori servizio numerosi impianti di generazione distribuita. Questa scarsità contribuisce al deficit di generazione e ai blackout massivi che il paese sta vivendo. La dipendenza dai combustibili fossili e la mancanza di alternative valide hanno ulteriormente complicato la situazione energetica nell'isola.
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