“Ni con il tuo stipendio né con la tua pensione”: La dura verità di un economista al regime cubano

L'economista Pedro Monreal ha criticato il modello turistico cubano, sottolineando che è inaccessibile per la maggior parte della popolazione a causa dei salari e delle pensioni bassi. Il turismo interno diminuisce e diventa un lusso, mentre il governo dà priorità agli investimenti negli hotel rispetto ai servizi di base.


El economista cubano Pedro Monreal ha messo in discussione con fermezza questa settimana il discorso ufficiale sul turismo nazionale nell'isola, denunciando che i bassi salari e le pensioni del cubano medio rendono impossibile il suo accesso reale a tale offerta.

In una serie di post su X (ex Twitter), Monreal ha criticato il titolo di un recente Mesa Redonda statale: “Il turismo cubano: Il destino sei tu”, sottolineando che, più che di una politica pubblica realistica, si tratta di un “bolero” (gioco di parole che fa riferimento al noto bolero di José Antonio Méndez ‘La gloria sei tu’).

“Quel turismo nazionale il cui destino dicono che ‘sei tu’ non può essere pagato né con ‘il tuo’ stipendio né con ‘la tua’ pensione,” ha affermato Monreal. Le sue parole si basano su dati ufficiali della stessa Ufficio Nazionale di Statistica e Informazione (ONEI).

Una grafica pubblicata dall'economista ha mostrato che, nel primo trimestre del 2025, il reddito medio per turista nazionale nelle entità turistiche è stato 2,1 volte superiore allo stipendio medio mensile del settore statale, una proporzione che si è mantenuta dal 2024, sebbene leggermente inferiore al 2,5 registrato nel 2023.

Questa discrepanza evidenzia che l'offerta turistica a Cuba continua a essere inaccessibile per la maggior parte dei cittadini che vivono del proprio lavoro o di una pensione di previdenza.

Caida persistente del turismo nazionale

Un altro grafico diffuso da Monreal rivela l'entità del declino del turismo nazionale: nel primo trimestre del 2025, solo 310.318 cubani hanno usufruito di servizi turistici, una drastica diminuzione rispetto ai 596.221 registrati nello stesso periodo del 2022.

La percentuale di occupazione alberghiera è scesa dal 9,7% nel 2022 a solo il 5,9% nel 2025, una cifra che riflette il crollo della domanda interna.

Nonostante la propaganda ufficiale, il turismo nazionale non riesce a colmare il vuoto lasciato da la caduta del turismo internazionale.

Secondo le cifre della ONEI, il paese ha ricevuto fino ad aprile 2025 appena 991.103 viaggiatori, il 78,9 % del totale registrato nello stesso periodo del 2024. L'occupazione alberghiera in generale rimane sotto il 25 % e i ricavi turistici sono diminuiti del 21,5 % nel primo trimestre dell'anno.

Un modello turistico esclusivo

Il discorso del regime, che cerca di presentare il turismo come motore di sviluppo e inclusione, è in contrasto con la realtà.

Per Monreal, il modello attuale “richiede redditi extra” estranei allo stipendio o alla pensione statale, come le rimesse o i redditi informali, il che “limita la clientela e la scala di quel mercato”. In altre parole, il turismo a Cuba non solo si è ridotto, ma è diventato elitario, inaccessibile per il lavoratore medio.

La situazione diventa ancora più drammatica in un contesto di precarietà generalizzata. Un video recente, diffuso da Santiago di Cuba, ha mostrato intere strade al buio, mentre hotel come l’emblematico Casa Granda rimanevano completamente illuminati.

La scena, ricorrente nell'"isola paradisiaca", è diventata una metafora vivida delle priorità del regime, che garantisce elettricità ai luoghi turistici mentre la popolazione soffre interruzioni di fino a 20 ore al giorno.

Investimenti milionari, benefici scarsi

Mientras i servizi pubblici collassano, il governo cubano, attraverso GAESA, continua a investire somme milionarie in hotel e complessi turistici.

Solo nel 2024, gli investimenti in attività legate al turismo hanno superato i 36.800 milioni di pesos cubani, rispetto ai soli 1.977 milioni destinati alla salute pubblica e ai 2.645 milioni per l'agricoltura.

Il contrasto tra l'opulenza di hotel di lusso come la Torre K-23 all'Avana e l'obsolescenza delle centrali termoelettriche, senza manutenzione adeguata, ha scatenato critiche sempre più intense.

Senza recupero in vista

Con un contesto sempre più avverso —crisi energetica, mancanza di connettività aerea, deterioramento dei servizi e un'inflazione galoppante— il turismo cubano si trova ad affrontare una crisi strutturale.

L'obiettivo di ricevere 2,6 milioni di visitatori internazionali nel 2025 sembra irrealizzabile, avendo attratto solo il 28,5% di quella cifra nel primo quadrimestre.

Le parole di Monreal non riflettono solo una critica tecnica, ma anche il sentimento di una popolazione che si sente esclusa. Perché nella Cuba di oggi, “il destino sei tu” che proclama la Mesa Redonda suona meno come un invito e più come una versione reguetonera del bolero cantata da La Cintumbare.

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Redazione di CiberCuba

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