"È molto difficile essere madri a Cuba": Messaggio del sacerdote Alberto Reyes per la Festa della Mamma

"È molto difficile per una madre dire al proprio figlio: 'Non ho soldi, non posso darti ciò di cui hai bisogno, non posso nemmeno farti mangiare'."


Il sacerdote Alberto Reyes Pías ha condiviso su Facebook una profonda e toccante riflessione in occasione della Festa della Mamma, in cui ha messo in evidenza le molteplici difficoltà che affrontano oggi le madri cubane in un paese segnato dall'emigrazione, dalla scarsità e dalla repressione.

In un testo che fa appello alla sensibilità, Reyes ha descritto con crudezza e umanità come il Giorno della Madre, tradizionalmente un giorno di incontro e celebrazione, sia diventato per molte cubane una giornata di dolore, distanza e lotta.

"Il Giorno della Madre è anche il giorno in cui ci rendiamo conto di quanto sia difficile vivere il dono della maternità nella nostra terra", ha affermato.

"È difficile per l'assenza fisica di tanti figli che sono emigrati," ricordò, facendo riferimento al fenomeno crescente di madri separate dai loro figli, molte volte per sempre, a causa della crisi che vive il paese.

Captura di Facebook / Alberto Reyes

Il parroco camagüeyano ha messo in evidenza la precarietà economica che condiziona la vita familiare: "È difficile per gli sforzi volti a cercare di mettere il meglio sulla tavola".

Uno dei frammenti più potenti del suo messaggio è quello dedicato alle madri dei prigionieri politici: "È difficile per quelle le cui figli sono andati ad ingrossare la lunga lista di prigionieri politici", e ha sottolineato che sono "i figli ai quali 'la patria guarda con orgoglio', perché hanno avuto il coraggio di scendere in strada per rivendicare i diritti di tutti".

Con frasi che risuonano in migliaia di case cubane, Reyes ha sottolineato l'impotenza che molte madri provano nel non riuscire a soddisfare i bisogni più basilari dei propri figli: "È molto difficile, è molto duro per una madre dire a suo figlio: 'Non ho soldi, non posso darti ciò di cui hai bisogno, non posso neanche sfamarti'."

La sua riflessione non solo onora la figura materna, ma è anche un ritratto crudo della Cuba attuale, dove essere madre è, molte volte, un atto di resistenza.

Nel suo messaggio, Reyes Pías non lascia spazio a dubbi: nel dolore e nell'avversità, le madri cubane rimangono in piedi, presenti, lottando per amore e per dignità.

A seguire, CiberCuba condivide il testo integrale della pubblicazione:

Ho pensato... (111) di Alberto Reyes Pías

Ho pensato a quanto sia difficile essere madri a Cuba

Arriva il Giorno della Madre, una festa così vicina all'anima del nostro popolo. È il giorno in cui il cubano cerca di raggiungere sua madre, se è ancora in vita, oppure tenta di andare al cimitero, se è venuta a mancare. Ed è anche il giorno in cui ci rendiamo conto di quanto sia difficile vivere il dono della maternità nella nostra terra.

È difficile per l'assenza fisica di tanti figli che sono emigrati in cerca di un orizzonte che qui, nella loro stessa patria, non potevano trovare. Madri che avranno solo una telefonata o, con un po' di fortuna, se c'è copertura, una videochiamata, un abbraccio virtuale, un bacio attraverso le reti, tutto avvolto nella nostalgia di una separazione forzata e, per molte, eterna, perché i loro figli non torneranno mai, e loro non riusciranno mai ad andare a vivere con loro.

È difficile per gli sforzi di cercare di mettere il meglio sulla tavola, e dimenticare per un momento la lotta quotidiana per il nostro pane di ogni giorno, e per ciò che non è pane e che non appare, o appare a prezzo esorbitante.

È difficile perché i regali che ricevono dai loro figli non impediscono loro di ricordare che hanno molto da cercare per offrirgli: abbigliamento, scarpe, uniformi, zaini… e un lungo eccetera di cose che qui hanno smesso di essere normali, per diventare incubi.

È difficile per la durezza di cercare di educare i figli ai valori eterni, in mezzo a una società che sta crollando, dove tutto è permesso pur di sopravvivere.

È difficile per coloro i cui figli sono andati ad ingrossare la lunga lista di prigionieri politici, quei figli tanto desiderati di fronte ai quali si cerca di non piangere, di non crollare, perché sono i figli ai quali 'la patria guarda con orgoglio', perché hanno avuto il coraggio di scendere in strada per rivendicare i diritti di tutti.

È difficile per le madri i cui figli non sono in carcere ma hanno deciso di non sottomettersi alla tirannia di questo sistema, e sono capaci di alzare la voce e di esprimere i sentimenti di un intero popolo, mentre le madri si dibattono tra l'orgoglio e la paura, tra la tentazione di chiedere loro di tacere in cambio di immergerli nella schiavitù, e l'audacia di sostenerli, di incoraggiarli a essere liberi e a lottare per la libertà di questa terra, mentre la paura di vederli dietro le sbarre le corrode dentro e le priva del sonno.

È molto difficile, è molto duro per una madre dire a suo figlio: “Non ho soldi, non posso darti ciò di cui hai bisogno, non posso nemmeno nutrirti, non posso nemmeno curarti”. È duro dire a un figlio: 'Vai, salvati, esci di qui e cerca un'altra vita, e non tornare'. È duro dire a un figlio in prigione: 'Sono orgogliosa di te', con lo sguardo fermo e un nodo in gola. È duro dire a Dio: 'Proteggi mio figlio, perché quelli con cui deve confrontarsi possono fargli del male'.

Eppure, c'è qualcosa che continua ad essere bello, ed è che, in mezzo a tutto questo, c'è un messaggio che si ripete, e che purifica ancora e ancora l'essenza di essere madre: 'Io ci sono. In mezzo alla fame, alla precarietà, al dolore, alla solitudine, all'impotenza… io sono qui, con te, e ci sarò sempre, fino all'ultimo dei miei giorni'".

Domande frequenti sulla maternità a Cuba e il messaggio del sacerdote Alberto Reyes

Perché è difficile essere madri a Cuba secondo Alberto Reyes?

Le madri cubane affrontano molteplici difficoltà a causa dell'emigrazione, della scarsità e della repressione. L'assenza di figli che sono emigrati, la precarietà economica e la lotta quotidiana per soddisfare i bisogni fondamentali sono alcune delle sfide che menziona il sacerdote Alberto Reyes nel suo messaggio.

Cosa sottolinea Alberto Reyes sulle madri dei prigionieri politici a Cuba?

Alberto Reyes sottolinea la difficoltà delle madri i cui figli sono prigionieri politici, evidenziando il loro coraggio nel scendere in strada per rivendicare diritti. Queste madri affrontano l'impotenza e il dolore della separazione mentre cercano di non crollare di fronte ai loro figli in prigione.

Come collega il sacerdote Alberto Reyes la situazione delle madri cubane con il contesto politico del paese?

Reyes segnala che la difficile situazione delle madri cubane è un riflesso della repressione e della mancanza di libertà nel paese. Sottolinea che le madri devono affrontare la scarsità e la repressione, rendendo la maternità un atto di resistenza nel contesto politico attuale di Cuba.

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Redazione di CiberCuba

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